La Liguria è una delle terre più belle d’Italia quando si parla di mare. Qualcuno potrà trovare questa affermazione azzardata e dissentire, ma basta portare la memoria alle Cinque Terre – dove è stata recentemente riaperta la celebre Via dell’Amore – o a una località come Portofino per trovare elementi di riflessione.
Ci sono poi angoli di paradiso capaci di regalare sorprese inaspettate. È questo il caso della Spiaggia di San Fruttuoso, piccolo gioiello situato tra Camogli e Portofino. Una baia deliziosa, capace di vantare tutti i tratti salienti della costa ligure, valorizzandoli al massimo: mare cristallino, sabbia maestosa, contesto naturalistico verdeggiante e quel qualcosa di poetico che ha catturato diversi artisti nel corso della storia, tra cui Shelley e Lord Byron.
San Fruttuoso si lascia subito amare per la sua natura incontaminata e selvaggia, ricca degli odori e colori tipici della Liguria: una terra aspra e con una conformazione difficile, che ha saputo trovare nelle sue caratteristiche una sua nota intima di innata dolcezza.
Dove si trova San Fruttuoso e come arrivare
San Fruttuoso fa parte del territorio di Camogli, che a sua volta rientra sotto la giurisdizione della Città Metropolitana di Genova, affacciandosi su Golfo Paradiso, lungo la Riviera di Levante. Per l’esattezza è al confine tra Camogli e Portofino.
Come arrivare a San Fruttuoso? Il modo più semplice è via mare, approfittando dei diversi traghetti che partono oltre che da Camogli, anche da Punta Chiappa e da Recco.
Si può raggiungere la spiaggia via terra, ma il sentiero richiede una certa esperienza: come spesso accade in Liguria, vista la conformazione scoscesa e complessa della costa, percorrerla a piedi richiede un certo allenamento e di non soffrire troppo di paura del vuoto, visti i diversi punti non solo panoramici ma proprio a picco sul mare.
Se optate per questa seconda soluzione il nostro consiglio è quello di approfittare di un tour organizzato da parte di una guida locale, che saprà condurvi al meglio in un itinerario affascinante che non è fatto di solo mare. Non lontano dalla spiaggia si trova infatti l’Abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte, un luogo religioso di grande fascino, perso nel silenzio e in una dimensione che ha qualcosa di autentico, di eremitico.
La spiaggia, selvaggia e con una sua limpidezza
Quando si visita la Liguria e il suo mare si rimane abbagliati da una sensazione di limpidezza che ha qualcosa di unico. Se si segue la ragione è difficile comprendere la motivazione che sta alla base di questo sentire: bisogna farsi guidare dai sensi e dal cuore, lasciandosi conquistare dal paesaggio.
Un simile impatto è quello che si percepisce arrivando alla Spiaggia di San Fruttuoso, con il suo arenile di dimensioni davvero ridotte, fatto di ciottoli bianchi luminescenti. Nonostante la grandezza contenuta è presente sia una porzione ad accesso libero sia uno stabilimento balneare dotato di tutti i comfort: meglio prenotare in anticipo ciò che si desidera.
L’acqua è nelle tonalità del verde smeraldo – altra peculiarità di questa porzione di costa – ed è di una trasparenza impressionante, in un modo molto diverso da località che hanno un simile colore, come la Costa Smeralda in Sardegna. La Liguria ha un suo punto speciale di verde, sicuramente dovuto alla vegetazione rigogliosa che circonda la zona.
Il mare è perfetto per le immersioni e per fare snorkeling. Merito di una natura sottomarina davvero ricca, non meno suggestiva della flora in superficie. I sub, inoltre, amano esplorare il fondale perché non lontano si trova una statua alta tra i 2 e i 3 metri che dal 1954 è a 17 metri di profondità: il Cristo degli Abissi. Viene celebrata ogni ultimo sabato di luglio, quando a San Fruttuoso ha luogo una speciale cerimonia a carattere commemorativo.
L’Abbazia di San Fruttuoso
San Fruttuoso non è soltanto celebre per la sua spiaggia e le emozioni che regala a livello naturalistico. È infatti sede di un’Abbazia suggestiva, edificata nel Medioevo e per la precisione nell’anno 1000 d.C., non lontano da una sorgente d’acqua dolce.
Si staglia maestosa non lontano dal mare, immersa nella natura boschiva e risultando difficilmente accessibile, un requisito, questo, essenziale per i monaci, che hanno sovente scelto luoghi appartati, bellissimi e, appunto, difficili da raggiungere, per immergersi in loro stessi e nella fede.
Tornando alla storia della struttura originaria del monastero, questa ha subito importanti modifiche e opere di ristrutturazione grazie all’impegno di Adelaide di Borgogna, salvo poi passare ai monaci Benedettini e venire ampliata dalla famiglia Doria nel Duecento. Nel corso dei secoli non sono mancati gli interventi conservativi e migliorativi, a cominciare dalla torre di avvistamento eretta nel Cinquecento a difesa della zona.
Dal 1983 gli edifici sono sotto tutela del FAI, a cui sono stati donati dalla famiglia Doria Pamphili. Sono accessibili al pubblico nei limiti stabiliti dallo stesso FAI.