Cala Mariolu è una caletta intima e dal fascino delicato, considerata tra le più belle del mondo. Si trova nella costa centro-orientale della Sardegna, a Nord di Cala Goloritzè: un’altra spiaggia capace di lasciare senza fiato, simbolo dell’isola grazie alla presenza della caratteristica guglia di Monte Caroddi.
Cala Mariolu, come anche Cala Goloritzè, è una delle mete più ambite di uno dei percorsi più belli e famosi d’Europa, ovvero il Selvaggio Blu. Si tratta di un itinerario che ha diverse parti a strapiombo sul mare e che in quanto tale non è alla portata di tutti, soprattutto in questa porzione di costa tra Baunei e il Golfo di Orosei.
I nomi di Cala Mariolu
Il nome sardo di Cala Mariolu è “ispuligidenie” ed è traducibile con l’espressione “le pulci di neve”. Tale appellativo rimanda ai sassolini tondi, rosa e bianchi che mischiati alla sabbia a grana fine compongono il terreno dell’arenile, simili ai fiocchi di neve.
Il nome “mariolu”, invece, risale all’inizio del Novecento e si riferisce a un animale che pare togliesse il pescato dalle reti di quanti si spingevano in questa parte di Sardegna partendo dall’isola di Ponza. Questo ladro provetto (in dialetto mariolo) è nientemeno che la foca monaca, avvistata per l’ultima volta negli anni Ottanta del Novecento.
Le caratteristiche della spiaggia
Quando si arriva a Cala Mariolu la prima cosa che salta agli occhi è la luminosità del paesaggio e, soprattutto, il magnifico colore del mare, tra il verde smeraldo e il turchese, a fronte di un fondale trasparentissimo. Tonalità che si fondo con un’armonia tutta particolare col cielo e la natura circostante: un insieme che fa subito percepire qualcosa di ancestrale e antico, dovuto all’azione del vento e degli altri agenti atmosferici. Il mare di Cala Mariolu è l’ideale per fare snorkeling e immersioni subacquee. Presenta un’ampia varietà di specie marine, compresi i delfini, che si possono spesso scorgere all’orizzonte.
Qui le falesie raggiungono un’altezza di 500 metri, sporgendo a picco sul mare sia nella parte nord che sud. Sono sovente sorvolate dal falco pellegrino e da quello della regina, dall’aquila reale e dal cormorano, ben percepibili dalla spiaggia.
Arrivare a Cala Mariolu via terra
Cala Mariolu risulta difficilmente accessibile via terra, con un percorso che è decisamente impervio e denota diversi punti di criticità, tra i più ardui del mitico trekking del Selvaggio Blu. In passato il percorso veniva utilizzato come punto di carico per i carbonai che provenivano da Baunei.
Arrivarci con le proprie gambe si rivela un’esperienza decisamente emozionante. Per lunghi tratti si è immersi nella macchia mediterranea, avendo modo di sentirsi parte del paesaggio e fondendosi con esso. La sensazione è intensa, talmente tanto da permettere di scordarsi della frenesia della modernità, con tutti i suoi stimoli legati alla connessione costante a cui siamo stimolati. Per vivere al massimo queste sensazioni la cosa migliore è mettere in pausa il cellulare e portare con sé una macchina fotografica per immortalare i ricordi.
Vista la particolarità dell’itinerario è preferibile farlo insieme a una guida locale esperta. Non mancano i tour operator qualificati, che offrono diverse esperienze per fare sia un trekking di un giorno a Cala Mariolu, sia il percorso originale del Selvaggio Blu: quello ideato negli anni Ottanta dagli alpinisti Verin e Cicalò, inizialmente della durata di quattro giorni e non di rado esteso a cinque/sei giorni. Si estende per circa cinquanta chilometri e presenta punti panoramici unici nel suo genere, tra natura selvaggia, spiagge magnifiche e arrampicate.
Arrivare a Cala Mariolu via mare
Cala Mariolu è decisamente più semplice da raggiungere via mare, complice la presenza di uno scoglio di ampie dimensioni che fa da pontile; in sardo è noto con il nome di “sa perda e su saltatori”. I traghetti turistici partono con cadenza quotidiana dai vicini porti di Arbatax, Santa Maria Navarrese e Cala Gonone.
Le grotte della zona di Cala Mariolu
Nella cala, così come nelle immediate vicinanze, sono presenti diverse grotte di formazione antichissima, frutto dell’azione degli agenti atmosferici e del mare in particolare, che piano piano ha eroso la roccia creando cavità sospese tra cielo e terra. Quella interna a Cala Mariolu si espande per circa dieci metri.
Tra Cala Mariolu e Cala Biriala si trova la magnifica Grotta del Fico, visitabile durante la stagione estiva e raggiungibile in traghetto o gommone dai porti di Cala Gonone, Arbatax, Orosei, Santa Maria Navarrese e persino dalla Caletta di Siniscola. Si può arrivare anche via terra, ma il percorso è riservato unicamente agli alpinisti esperti. Fare una tappa alla Grotta del Fico vale assolutamente la pena sia perché è molto suggestiva, sia per via di una curiosità: è stata infatti l’ultima dimora utilizzata come rifugio dalla foca monaca, uno degli animali più amati al mondo grazie al carattere timido e il muso decisamente simpatico.